domenica 8 giugno 2014

Nuova intervista di Robert con Asos Magazine Australia

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TRADUZIONE NOSTRA

Ciao Robert! Benvenuto a Sydney. Ci dici cosa ha attirato il tuo interesse per il film?
Penso la sceneggiatura che era così scarsa e diretta. Era diversa anche la pagina, anche il formato era diverso. Non c'erano nemmeno le virgole! Ho pensato che fosse così originale, e il mio agente mi ha detto che era un'offerta, e io ero come "Davvero? Non mi era mai stata offerta roba cosi!". E poi lui era come "Oh no, ti ho mandato l'email sbagliata, molti stanno facendo audizioni per questo film". (Ride).

Come descriveresti il tuo personaggio, Rey?
Lui è molto . . . dipendente. Gli è stato detto da tutti quelli attorno a lui che ha qualcosa di sbagliato, che in qualche modo è deficiente, e non riesce a stabilire se lo è o non lo è.

Quali sono le sfide che hai affrontato per dare vita a Rey?
Principalmente il costume! Suona ridicolo, ma era la parte più importante. Appena abbiamo trovato il giusto paio di jeans - ne abbiamo provati un milione di paia - quando abbiamo trovato quello giusto per lui e le scarpe che erano un pò grandi, tutto è venuto poi.



Riuscirai a descrivere quel sentimento! Quanto è importante la moda e il vestito per un film? E qualcosa su cui ci si focalizza?
E' importante per me! E' strano però; ho avuto uno specifico look in The Rover - fino ai colori della maglietta. Abbiamo fatto un paio di test e quando indossi i vestiti giusti, improvvisamente cammini in modo diverso.

Qual è stata la scena più dura da girare? Ci sono così molti momenti grafici e da confrontare.
La mia scena più dura - e questa è probabilmente una piccola chicca - è stata quando ho dovuto saltare sulla mia gamba, con tre uomini che controllavano il mio salto, e quella è probabilmente la mia più grande scena nel film. Non sapevo quanto sarebbe stata complicata metterla in scena.

Cosa pensi renda unico il cinema australiano?
Nell'ultimo paio d'anni, è improvvisamente diventato come un genere unico. Non so cosa sia questo! C'è qualcosa di isolato - penso si senta dal cinema estero. Penso c'è una fiducia nel cinema che non esiste altrove. In Australia, c'è una sorta di vitalità attorno ad esso. Una vitalità spaventosa.

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