LAURENT: Guy, Robert e David, grazie di essere qui con noi oggi. Siete qui per parlare del vostro prossimo film, The Rover. Prima di tutto, David, voglio sapere come sei riuscito a girare un film che è allo stesso tempo un thriller, un film d'azione, un film di superstiti, un viaggio on the road con personaggi forti. E’ incredibile. Qual è stata la motivazione primaria che ti ha spinto a dirigere questo film.
DAVID: La prima che idea che ho avuto è quella di un uomo in mezzo al deserto al quale è stata rubata la sua auto. Poi ho iniziato a creare ogni altra cosa intorno a questa idea. Tutta la sceneggiatura è diventata un mix di vari elementi. Questo film assume i connotati dell’occidente. Volevo semplicemente che il pubblico riuscisse a percepire qualcosa. Durante le riprese, io sono riuscito a percepire molto. E dopo aver visto i quotidiani ero del tipo "Che film sto facendo? Che cos’è? E’ veramente strano".
LAURENT: Guy, hai dovuto lavorare costantemente sul personaggio, ogni giorno?
GUY: In realtà ho parlato molto con David circa l’identità di quest’uomo, avevo necessità di capire in che modo avesse vissuto prima che voi lo incontraste all'inizio del film. Per quanto mi riguarda, la maggior parte del mio lavoro è stato fatto durante le prove durante i nostri colloqui al fine di ottenere davvero chi fosse il personaggio. Naturalmente, quando sei sul set di un film, sul set stesso ci sono sempre dei lavori in corso. Sai da che parte stati andando ma è piuttosto un cosa fai per arrivarci.
LAURENT: Hai cercato di portare alla luce dei retroscena circa il tuo personaggio?
GUY: Sì, naturalmente. Anche se possiamo contare solo su pochissime informazioni che abbiamo al riguardo del personaggio. È necessario dare il giusto peso a tutta la storia. Per quanto mi riguarda il film non riguardava solo la vicenda dell’auto rubata. L’obiettivo vero era un altro, da ricercarsi prima, ed è su quello che mi sono concentrato.
LAURENT: Robert, l'atteggiamento nei riguardi del film era importante anche per te?
ROB: Sì, assolutamente. Per quanto mi riguarda, la differenza sostanziale è nel modo in cui ho considerato il mio personaggio. Contrariamente al tuo (si riferisce al personaggio di Guy), Rey, il mio personaggio ha sempre vissuto in quel mondo. Mentre il personaggio di Guy, Eric, ha avuto una vita diversa, prima.
LAURENT: Allo stesso tempo, questo personaggio offre tante possibilità. Tutto è lecito con questo tipo di ragazzo.
ROB: Sì, quando abbiamo letto la sua descrizione, ci è stato detto che era originario del sud degli Stati Uniti. Ma non sappiamo precisamente che tipo di accento abbia. È sorprendente perchè possiamo interpretare questo personaggio in tanti modi differenti.
LAURENT: Sì, questo è vero.
ROB: Ricordo che quando sono arrivato sul set la mattina non sapevo cosa stesse per accadere a lui e mi chiedevo quale fosse il suo accento.
LAURENT: Robert,hai provato diverse parti con Guy sul set? Vi siete scambiati idee durante le riprese?
ROB: Sì, il mio ruolo.
GUY: E abbiamo fatto molte prove anche prima dell’inizio delle riprese. Abbiamo avuto una settimana di prove ad Adelaide così abbiamo scoperto nuove cose sui nostri personaggi.
ROB: E per quanto riguarda il mio personaggio, dovete sapere che la maggior parte della mia interpretazione consisteva nel dover reagire al tuo personaggio (quello di Guy). La tua parte è una sorta di forza costante nel film.
GUY: E io recito anche in base alle reazioni di Rob. Ho anche dovuto cercare di non reagire.
LAURENT: Proprio come una partita di tennis.
GUY: Perché Rob offre allo stesso tempo un’interpretazione vulnerabile e straziante. Il che era impressionante per quanto mi riguarda, dato che il mio personaggio non poteva essere sopraffatto da tutto ciò. Al comando delle mie azioni fino al momento in cui il loro rapporto cambia.
LAURENT: Guy deve essere così eccitante quando un regista come David ti propone un progetto del genere? GUY: Sì, è incredibile. Anche quando ne sei consapevole da molto tempo, quando ti trovi a dover lavorare con qualcuno che ti piace, con cui desideri realmente lavorare; quando ti dà questo tipo di progetto ... sai che va ad equilibrare tutte le volte in cui hai dovuto lottare per ottenere una parte o quando hai interpretato personaggi non molto importanti. Così, quando poi ottieni questo tipo di proposta, è sempre davvero emozionante. E' un po’ come quando sei un piccolo attore e ti propongono una grande parte, hai questa sensazione di euforia che prende il sopravvento e non muta. E' molto raro, ma quando accade è incredibile, è un grande onore.
LAURENT: David, che approccio hai avuto nel lavorare con Robert e Guy? Hai dato loro molta libertà?
DAVID: no, no libertà per tutti!
GUY: Ci chiudeva nelle nostre camere. Non potevamo nemmeno andare a mangiare al ristorante. Nessuna libertà per tutti!
DAVID: Quando scrivo una storia, ho un'idea molto precisa su chi sia il personaggio, ma è solo dopo il casting degli attori e dopo aver parlato con loro dei personaggi che ottengo tutta la visione d’insieme. Riesco a vedere il personaggio di Eric, con il volto di Guy nella mia mente. L’ho sempre avuto in mente da quando ho scritto la sceneggiatura. Ma ho potuto parlarne con Guy solo pochi giorni prima dell’inizio delle riprese. Ed è incredibile ciò che abbiamo fatto con solo pochi giorni di prove. E’ stato esaltante per me quando il primo vero giorno di riprese abbiamo girato la prima scena con Guy. Bastava osservare il modo in cui Guy stava in piedi. Avevo il personaggio di fronte a me. Poi gli abbiamo raccontato qualche retroscena del suo personaggio. Non sapevo invece cosa cercavo dal personaggio di Rob. Avevo incontrato Rob precedentemente e l’avevo trovato molto interessante. Quando ho iniziato il casting, ho avuto questa strana sensazione che lui fosse l’attore del quale avevo più bisogno. Per fortuna è venuto a fare il provino, e ancora una volta, in quel caso è stato esilarante. Ero convinto di aver trovato il personaggio e l'uomo adatto per interpretare il personaggio.
LAURENT: Eric è un personaggio eccitante da interpretare perché utilizza tutta la sua prestanza fisica. Guy il fatto di utilizzare il corpo come parte della tua interpretazione, è stato particolare?
GUY: L’ho amato. Preferisco sia il mio corpo a parlare invece che un dialogo. Sono molto di più un carattere istintivo che un intellettuale.
DAVID: È sorprendente quante informazioni si possono inviare al pubblico con una recitazione fisica. Durante le prove abbiamo lasciato che a parlare fossero la postura delle sue spalle e il suo modo di camminare. Le spalle e il collo. E' strano pensare che possa essere un modo per ottenere un personaggio. Quando me ne sono reso conto prima che le riprese iniziassero è stato molto emozionante per me dal momento che il personaggio di Guy è diventato davvero realistico!
LAURENT: e dopo tutto è ciò che film racconta. Sono come animali. Può anche rappresentare una metafora della nostra società. Non è davvero un buon momento per essere un essere umano con l’attuale crisi globale. Potremmo realmente tornare ai nostri istinti primitivi. Forse mi sbaglio, ma penso sia l’argomento del film?
DAVID: Mentre scrivevo la sceneggiatura, immaginavo me stesso proiettato nel futuro, così come è raffigurato nel film e c'erano la mia angoscia e la mia disperazione e in particolare attraverso Eric, il personaggio di Guy avvertivo anche rabbia. Ho iniziato a immaginare un mondo divenuto vecchio in pochi decenni, completamente devastato dalle persone che sono in carica oggi: dall’ origine della crisi economica e dalla nostra incapacità nel tentare di trovare una soluzione per combattere il riscaldamento globale. Ho solo immaginato l'Uomo in pochi decenni che si ritrova a dover vivere in questo mondo, è lui è profondamente arrabbiato. Abbastanza arrabbiato da commettere omicidi.
LAURENT: Sei d'accordo Robert? Tutto ciò riguarda davvero la nostra società?
ROB: Sì. Quando ho letto la sceneggiatura, pensavo a tutte le possibili ramificazioni della storia. Nel film si possono individuare due storie, vicine tra loro e piene d’emozione. E' quello che mi ha permesso di avvicinarmi a Guy.
GUY: Per dar vita a questi personaggi, si deve scavare all’interno per riuscire a comprendere il senso e l'essenza del personaggio. Naturalmente si è consapevoli del fatto che qualcosa accada su scala più ampia. Ma per quanto mi riguarda, al fine di riprodurre correttamente il mio personaggio, ho dovuto costruirlo dall'interno verso l'esterno. Dopo che finalmente intuisci ciò che sta accadendo arrivi a Cannes e ne sei talmente consapevole che dici "Oh sì, è questo!".
LAURENT: Il film ha un legame con il mondo economico e politico attuale. E' un film post apocalittico. Attualmente, e non solo in Francia, ma anche negli Stati Uniti o addirittura in Australia, regna la medesima confusione. Sai cosa voglio dire?
GUY: Che siamo sempre più vicini ad una catastrofe globale.
ROB: E' assolutamente ridicolo. Mi ricordo di una scena che abbiamo girato nei pressi di una miniera ancora attiva. Eravamo appena giunti in quel posto e ci siamo resi immediatamente conto di quanto fosse ridicola la situazione. Dalla miniera infatti venivano tirate fuori le risorse dall’interno della terra. Niente crescerà per almeno altri 400 anni. E’ scomparsa la fauna selvatica. C’è solo qualche uccello. Non ci resta che sederci e giocare ai videogiochi.
LAURENT: Sì, hai ragione e allo stesso tempo si tratta di un vero film. Ed è davvero cinematografico. Ci sono un sacco di luci, e poi il deserto e la vastità del paesaggio. Le riprese sono state difficili da fare per te?
DAVID: Abbiamo avuto un grande equipaggio se si prende in considerazione il posto dove stavamo girando. Eravamo molto molti lontani dalla prima grande città.
LAURENT: Molto lontani del mondo civilizzato?
DAVID: E' stato molto difficile. Faceva molto caldo. C'erano un sacco di mosche. Non c’erano emittenti televisive. Eravamo costantemente sporchi.
LAURENT: Niente telefoni cellulari?
GUY: Man mano che ci postavamo verso nord avevamo sempre meno linea. Allora abbiamo appoggiato sui tavoli i nostri telefoni e abbiamo realizzato che potevamo solo dialogare tra di noi.
DAVID: E’ stato meraviglioso. Eravamo bloccati insieme tutte le sere. E mentre ci recavamo nello stesso punto di ogni sera abbiamo iniziato ad ubriacarci.
LAURENT: Hai avvertito un po’ di pressione data dal tuo precedente film Animal Kingdom, che ha avuto un enorme successo in tutto il mondo. Questo ha aggiunto un po' di pressione per quanto riguarda questo film?
DAVID: Sì, ho sentito la pressione, ma non quando abbiamo iniziato le riprese, ma quando ho deciso di farlo. Mi sono letteralmente calato nel film. E adesso che siamo arrivati a Cannes ho avvertito le aspettative del pubblico. Non so quello che gli altri si aspettano da me e da questo secondo film. Non ho idea circa quello che sperano. Quindi non so davvero se il mio film saprà soddisfare le loro aspettative o no. Quindi questo è l'obiettivo di questa settimana a Cannes: tentare di capire quale posto spetti a The Rover nel mondo.
LAURENT: Sei d'accordo Guy?
GUY: Non riesco a capire di cosa stia parlando!
LAURENT: Hai bevuto troppo ieri sera!
GUY: Certo che sono d’accordo con lui! E' interessante quando parliamo delle aspettative che circondano un film. Ciò che è affascinante nel nostro lavoro è la grande differenza sostanziale tra la realtà che stiamo vivendo noi mentre giriamo un film, e come viene percepita all'esterno. Cerchiamo di capire cosa la gente avverta da di fuori, che è un po’ la stessa cosa che accade alla gente quando tenta di capire dal di fuori come lavoriamo all’interno. E si può pensare che questi due processi siano ridicoli ma in realtà comprendo perfettamente il punto di vista. Il primo film che David ha fatto ...
LAURENT: Sì Animal Kingdom.
GUY: Era un film incredibile
LAURENT: Assolutamente.
GUY: Ha avuto un successo incredibile. L'importante è capire se si è in grado di affrontare la pressione del secondo film. Sei obbligato a replicare il successo ottenuto con il primo? Oppure fai come David e ti concentri sul film successivo e non tenti di confrontarlo con il primo film. Solo in questo modo riuscirai a farlo. Il problema di quando si arriva in posti come Cannes è che le persone confronteranno automaticamente i film. Vorrei poter dire loro "Oh no, non fate confronti".
LAURENT: E' la stessa cosa per te Robert? Sai esattamente qual è il tuo prossimo progetto o ancora no? Sei del tipo 'ho fatto un film con David Cronenberg, con David Michôd, e adesso ho intenzione di provare qualcosa di veramente diverso? '
ROB: No, penso dipenda dalla scelta del regista, ma mi ci è voluto un po' per giungere a questa consapevolezza. Sarai molto più felice lavorando con i registi migliori al mondo, là fuori ci sarà sempre qualcosa di incredibile se lo farai. Non c’è necessariamente bisogno di leggere la sceneggiatura. Sarà grandioso lavorare con loro.
LAURENT: Guy, mi ricordo di te a Cannes per La Confidentials. E' stato 17 anni fa, nel 1997. Eri molto più giovane allora.
GUY: Sì, molto più giovane!
LAURENT: E’ sempre una nuova esperienza essere qui a Cannes?
GUY: Oh sì, assolutamente. Ho incontrato questa mattina i produttori di "The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert", presentato qui in anteprima nel 1994. Purtroppo non ho potuto essere qui. Generalmente, siamo venuti qui con grandi film. Quest'anno con The Rover, due anni fa con Lawless e, naturalmente, prima con La Confidentials. E' sempre una grande esperienza. A Cannes, i film hanno sempre avuto grande risalto quindi è un onore essere qui. Qui la gente semplicemente adora i film così ...
LAURENT: E' la stessa cosa per te Robert?
ROB: Mi piace venire a Cannes. Faccio sempre del mio meglio per venire qui. E al momento è un completo successo. Tre su tre.
GUY: Ti potremmo aiutare chiedendo a Jane Campion (è una regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e attrice neozelandese. Era presidente di giuria al Festival di Cannes 2014)
ROB: Sì, è lo stesso per me. In questo posto possiamo realmente essere grati alla gente. E' completamente diverso. Anche per quanto riguarda le interviste. Ovunque nel mondo, quando sto promuovendo un film, mi chiedono solo qual è il mio pasto preferito o qualcosa di simile. E' così frustrante.
DAVID: Nessuno mi fa mai questa domanda!
LAURENT: E lo screening del film a Cannes è un po' pazzesco?
DAVID: E' pazzesco se si osserva anche il punto di vista esterno. E' esattamente quello che pensiamo. Ma mi rendo conto che questo festival adora il cinema con le sue cerimonie e le sue tradizioni, con la pressione crescente ad ogni proiezione per più giorni. Così, quando calchiamo i gradini sappiamo che stiamo per vivere uno dei momenti più importanti della nostra vita. E' davvero magico.
LAURENT: Grazie mille a tutti voi. Grazie.
Fonte Traduzione
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