mercoledì 7 maggio 2014

Traduzione dell'intervista di Robert per Premiere Magazine

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TRADUZIONE NOSTRA:

Con due film al Festival di Cannes, Maps To The Stars di David Cronenberg e The Rover di David Michod, Robert Pattinson dimostra di nuovo che la sua performance in Cosmopolis era solo una fase preliminare. Abbiamo incontrato l'attore durante la sua metamorfosi.

14 aprile 2014. Sono passati quattordici minuti da quando Robert Pattinson è sparito in una delle stanze di questo grande magazzino, trasformato in uno studio fotografico per il suo make-up. Quando finalmente esce, il suo volto coperto di vernice bianca e nera che scomparirà solo in seguito, quando gli avremo gettato litri di acqua e Gatorade in faccia. E' chiaro che l'idolo adolescente dalla saga di Twilight è completamente scomparso. Ha lasciato il posto ad un attore che è sempre più affascinante, un artista, ha della la sua anche riguardo la diversa messa in scena della sessione con il fotografo Danielle Levitt, la cui filmografia sta cominciando a impressionare sul serio. Dall'inizio dell'anno, ha girato con Werner Herzog (Queen Of The Desert) e Anton Corbijn (Life), a cui si aggiungeranno poi Harmony Korine e James Gray (The Lost City Of Z). Dopo aver presentato Cosmopolis nel 2012, fa il suo ritorno a Cannes con due film: Maps To The Stars, All che segna la reunion con David Cronenberg e The Rover, il nuovo lungometraggio del prodigio australiano David Michôd (Animal Kingdom, 2011). Un western in cui Pattinson, più sconcertante che mai, dimostra che il futuro appartiene a lui.


PREMIERE: Ti abbiamo lasciato due anni fa nella parte posteriore della limousine in Cosmopolis e ti troviamo a guidarne una nel nuovo film di David Cronenberg, Maps To The Stars. L'hai fatto apposta?
ROBERT: Forse stiamo costruendo una trilogia intorno alle limousine ... Non so se l'ha deciso in modo consapevole oppure no.

PREMIERE: L'aspetto ricorrente è che, in ogni film, ti ritrovi a dormire con un'attrice importante.
ROBERT: Quella scena con Julianne Moore è stata così divertente. Ci siamo conosciuti prima di girare.

PREMIERE: E' stato così anche con Juliette Binoche quando hai girato la scena di sesso con lei in Cosmopolis. E' il tuo modo di accogliere nuove attrici sul set?
ROBERT : Ricordo di aver visto Juliette, prima di iniziare le riprese. Mi stava dando consigli: "Mantieni la scelta dei progetti di classe e di film intelligenti" e improvvisamente, Davide dice: "Azione!". E iniziamo a fare sesso in macchina come bestie. Molto elegante, giusto ... (ride). Avevo davvero caldo. Stavo sudando come un folle e avevo gocce di sudore sulla fronte. Mi sono chiesto se non stava avendo un attacco di cuore. Ogni volta che una goccia cadeva, cercavo di impedire che cadessero sulla schiena di Julianne. E' stato ridicolo. Dopo un po' lei si è voltata verso di me e preoccupata mi ha chiesto: "Stai bene? Stai avendo un attacco di panico?". Ero senza fiato, completamente inzuppato rispetto a lei.

PREMIERE: Non sei il genere di attore che lascia il lavoro a metà.
ROBERT: Esattamente. E' il mio sudore che si vede sullo schermo. In The Rover , il mio problema erano le mosche. Non avevo mai visto niente di simile. Eravamo coperti di sangue finto costantemente e appena arrivavamo sul set, una cinquantina di mosche ci circondavano. Per tutto il giorno, sempre in agguato.

PREMIERE: Il lato glamour dell'entroterra australiano.
ROBERT: Abbiamo girato il film nel bel mezzo del nulla. La maggior parte delle comparse che si vedono nel film erano state prese il giorno stesso, come quel piccolo ragazzo che vende una pistola a Guy Pearce e brontola: "Cazzo, cazzo, cazzo!". Era davvero così. C'è anche un ragazzo con la faccia da pazzo che vediamo nel negozio. Lo trovarono mentre stavano guardando il posto. Entrarono in quella casa pensando fosse vuota e si trovarono faccia a faccia con questo ragazzo e sua moglie, che erano nudi. Solo in seguito hanno scoperto che erano naturisti.

PREMIERE: Una delle forze del film è il minimalismo. Era così anche sulla sceneggiatura?
ROBERT: Sì, questa sensazione di desolazione è venuta fuori già dalla sceneggiatura, ciò che mi ha colpito di più è il suo lato "affamato". Il film è estremamente nudo, ma crea un mondo a parte, un modo extra-terrestre. Una qualità, che in un certo senso, mi ha ricordato Cosmopolis.

PREMIERE: Questo film ha chiaramente segnato una svolta nella tua carriera. Una volta ci hai detto che "avevi dato le palle". Stanno ancora crescendo?
ROBERT: Quando si è in un blockbuster, si contribuisce per tutto l'anno senza sapere bene come. Con i piccoli film che faccio ora, ed è probabilmente a causa dei loro lati ambiziosi, mi sento come se stessi creando qualcosa. E ciò accade in modo più palpabile. David Michôd mi ha permesso di provare un sacco di cose diverse in The Rover, come avere denti marci o la rasatura sulla parte posteriore della mia testa, perché ho ​​pensato che avrei reso il personaggio più vulnerabile con la nuca esposta in quel modo.

PREMIERE: The Rover embra un nuovo corso della tua carriera. E' così che ti senti?
ROBERT: La prima volta che mi sono visto come un vero un adulto quando ho guardato me stesso sullo schermo, è stato quando ho visto la pubblicità di Dior l'anno scorso, per la regia di Romain Gavras. The Rover ha confermato questa sensazione, che continua con Life, il film che ho appena girato con Corbijn. Penso di avere più fiducia in me stesso e questi film selezionati a Cannes mi stanno aiutando molto. Dopo la mancanza di rispetto in questi anni, a causa di Twilight, il mio ego era un po' messo male.

PREMIERE: Vedi questo festival come un onore?
ROBERT: Tu non hai idea ... E' un riconoscimento enorme. Per molto tempo, ho cercato ruoli senza sapere se avrei saputo interpretarli. Oggi, invece, mi sento pronto a correre questi rischi e ad assumermi le responsabilità delle scelte.

PREMIERE: Due anni fa, ci ha detto che stavi tentando disperatamente di contattare Romain Gavras. Finalmente ci sei riuscito.
ROBERT: Questa pubblicità per Dior era l'unico modo che ho trovato per attirare la sua attenzione. Mi sono detto: "Ora, finalmente sta per rispondermi". Mi sono sentito come se avessi comprato quella chiamata ... (ride).

PREMIERE: Da dove è nata l'idea di farti apparire come un giovane Belmondo?
ROBERT: Da Dior, anche se il progetto originale era più sofisticato. Abbiamo cambiato le cose lungo la strada. Il modo in cui Romain lavora con il suo direttore della fotografia dà questo risultato estremamente vivace. Dovete sapere che non ci era permesso di girare la parte in cui sto guidando sulla spiaggia. Romain lo ha fatto alle 7 del mattino, e lui non smetteva di urlare: "Sbrigati, stiamo perdendo la luce!". Quale luce? Sono le 7! La sabbia era bagnata, la macchina ci è finita dentro. Così, ho dovuto guidare a 100 km/h con due modelle nella parte posteriore dell'auto, mentre Romain urlava: "Stiamo perdendo la luce! Stiamo perdendo la luce!". Non ho mai pensato che avrei fatto una campagna pubblicitaria del genere, devo ammettere che è stata un'esperienza davvero positiva. Dior ci ha dato molta libertà.

PREMIERE: Durante la nostra ultima intervista, ci hai detto che uno dei tuoi sogni era quello di lavorare con James Gray, che accadrà molto presto. (Pattinson presto sarà al fianco di Benedict Cumberbatch in "The Lost City Of Z").
ROBERT: Le riprese sono state spostate a gennaio, di nuovo, e sono stanco di aspettare.Il regista vuole fare le riprese in Colombia, sarà pazzesco. Nel frattempo, potrei fare qualcosa con Harmony Korine, con cui ho sempre sognato di lavorare da quando avevo 17 anni, così come con James Gray. Continuo a chiedergli di cosa parla il film, ma lui non mi risponde.

PREMIERE: Hai appena aggiunto Werner Herzog al tuo curriculum! (Queen Of The Desert, con Naomi Watts, in realtà Nicole Kidman ha preso il posto di Naomi Watts).
ROBERT: Non me lo aspettavo per niente. E' un piccolo ruolo, mi è piaciuto molto lavorare con lui. Qualunque sia il soggetto, avrà una storia improbabile o un aneddoto da raccontare. Abbiamo girato quando il processo ad Amanda Knox (Una ragazza americana accusata di aver ucciso una sua compagna di stanza in Italia) è stato riaperto e Herzog ci ha detto molto seriamente: "Ho visto delle carte che il pubblico non ha mai visto e posso garantirvi che lei è colpevole". (Ride). Ovviamente, io non gli credo affatto.

PREMIERE: Sei ancora popolare tra i paparazzi oppure l'isteria è scemata?
ROBERT: La mia arte nel nascondermi è migliorata molto. L'ultima volta che sono tornato a Londra, non sono stato fotografato nemmeno una volta. Il mio migliore amico mi ha detto: "La prossima volta che ti fotografano, ricorda questo periodo di tempo in cui sei stato in pace. Non pensare a questo momento come un prolungamento di tutti gli anni in cui sei stato fotografato, vedilo come un incidente isolato". Ha ragione. Prima impazzivo quando mi scattavano foto per strada. E' diverso quando sei un ragazzo, perché al di là l'intrusione della tua vita privata, in un certo senso, è la tua mascolinità che viene ridicolizzata. Si finisce faccia a faccia con gli uomini che ti scattano le foto, senza preoccuparsi del mondo e non puoi fare nulla. Ho avuto momenti in cui avrei voluto ucciderli, letteralmente. Mi sono calmato da allora. Beh, penso di sì, ma potrebbe essere per il fatto che accade molto più raramente ora. E tutto così contorto, sono pagato per interpretare altre persone. Come vuoi che risulti credibile, se, ogni giorno, il mio viso è su un tabloid che mostra mie foto mentre faccio la spesa?

PREMIERE: Così ti fai portare la spesa a casa?
ROBERT: No, ordino da Domino Pizza ogni giorno. (Ride).

PREMIERE: Spesso vediamo che gli attori accettano ruoli in blockbuster tra film indipendenti, spiegando che è necessario per lavorare in progetti "artistici". Nel tuo caso, sembra tu abbia deciso di abbandonare i grandi studi cinematografici.
ROBERT: Sì, perché non credo in questa idea che si deve alternare tra i due. Al pubblico non importa se si fa un film "grande" o un film "piccolo". La gente vuole solo vedere un buon film. A volte, alcuni attori si muovono da un grande film ad un altro, fino a quando, un giorno tutto si ferma. E in quel momento, ti ritrovi a dire impotente: «Non capisco, mi sono messo in gioco. Non ci sono regole. Tutto può crollare in qualsiasi momento. Il vantaggio è che, se accadesse a me, posso fare qualche centinaia di dollari andando a firmare autografi alle convention di Twilight. (Ride).

PREMIERE: Quanto tempo pensi, ci vorrà per fare un remake della Saga ah Hollywood?
ROBERT: Non ne ho idea. Penso che l'era dei vampiri sia finita, non è vero? E' divertente, qualche giorno fa stavo ricordando le riprese di una scena di Twilight con qualcuno. Penso che sia la prima scena dell'ultimo film, quando Bella si sveglia e vede Edward, un po' come un'apparizione. Avevamo girato in Canada per un mese al freddo, ero vicino alla depressione, e l'unica cosa che mi faceva sentire meglio era andare a fare colazione da McDonald ogni mattina. Dopo quattro settimane con questa colazione, era arrivato il momento di filmare quella scena, indossavo una camicia bianca con una luce dietro di me. Quando ho visto la scena subito dopo, mi sono reso conto che si poteva vedere la sagoma delle mie maniglie dell'amore appena acquisita. Recentemente ho visto il film in tv e riesco ancora a vederle.

PREMIERE: Dopo tutti questi anni, sono sorpreso di vedere che ci sono ancora storie da raccontare su Twilight ...
ROBERT: Quando penso il primo film è uscito sei anni fa e che ho avuto il ruolo, nel 2007, mi sembra pazzesco per me . La parte principale dei miei vent'anni è concentrata su questo. Quando è uscito il secondo film, ho capito che ci avrei messo dieci anni per essere di nuovo me stesso e passare a qualcos'altro.

PREMIERE: I due film che presenterai a Cannes, dimostrano che non hai avuto bisogno di dieci anni per realizzarlo.
ROBERT: Sono davvero entusiasta all'idea di tornare al festival. Mi piacerebbe che tutti i miei film fossero selezionati. Per ora, gli ultimi tre film che ho girato a partire dalla fine di Twilight sono stati selezionati. Farò tutto il possibile per mantenere questo obbiettivo.

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