martedì 20 maggio 2014

Intervista di Robert con Le Parisien + Nuovo Portraits

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Il western post-apocalittico, "The Rover", proiettato a Cannes fuori concorso, si svolge nell'entroterra australiano. Ma il film ha fatto molto scalpore, grazie al suo cast hollywoodiano: Guy Pearce (LA Confidential) e Robert Pattinson, star di "Twilight", che interpretano due fuorilegge, che lottano per sopravvivere.

Non ci aspettavamo di vederti in "The Rover" (sarà rilasciato il 4 giugno), un violento viaggio on the road del regista australiano David Michôd ...
ROBERT PATTINSON: Nemmeno io ... Sono stato molto fortunato in quanto ho finito la "Twilight Saga". Non potete immaginare quanti script interessanti ricevo, come "The Rover". Mi è piaciuto molto "Animal Kingdom", l'ultimo film di David Michôd. Così, quando mi è stato offerto di recitare nel ruolo di Rey, un giovane americano gravemente ferito e abbandonato nel deserto, alle prese con un contadino australiano introverso interpretato da Guy Pearce, mi sono precipitato in questa avventura. Si tratta di un faccia a faccia, senza pietà!


È stato difficile girare nell'entroterra australiano?
ROBERT PATTINSON: Formidabile invece! Abbiamo trascorso sette settimane nel bellissimo, selvaggio deserto, lontano dalla civiltà. Eravamo a nove ore di macchina da Adelaide. Senza computer portatili, senza tv, ecc. E senza i paparazzi! Era decisamente un'altra vita, nella vastità del deserto. Questa atmosfera disumana si capta per tutta la durata del film, quella sensazione di condanna a morte come in "Mad Max".

Inoltre presenti a Cannes anche Maps to the Stars…
ROBERT PATTINSON: Penso che farei tutti i film di Cronenberg, se me lo chiedesse. Due anni dopo "Cosmopolis", dove il mio personaggio viveva stabilmente nella sua grande limousine, mi ha fatto ridere il fatto che mi abbia dato il ruolo di autista delle star di Hollywood. E’ un ruolo secondario, ma così significativo, a fianco della grande Julianne Moore.

Per un attore del tuo calibro, Hollywood, che significato ha?
ROBERT PATTINSON: E’ una specie di falò della vanità. Un luogo spietato e difficile, pieno di soldi, dove l’ego e la gelosia aggravano tutto. Dove tutti vogliono essere famosi a tutti i costi. E' molto, molto difficile vivere lì. Soprattutto, se non hai un tipo di ambiente professionale serio e veri amici che ti impediscano di cadere in tentazione. Io me la cavo bene. Riesco a vivere la mia vita e la fama. Probabilmente perché conosco i pericoli e le insidie.

"Twilight" è veramente finito dunque…
ROBERT PATTINSON: Ah, sì! E' veramente finito! Sono troppo vecchio ormai per recitare il ruolo di un non morto. Ci sono tanti registi con cui avrei molta voglia di lavorare.

Quali?
ROBERT PATTINSON: Brady Corbet, un giovane regista che mi dirigerà in "The Childhood of a Leader", Harmony Korine in "Spring Breakers" molto  presto. E il francese Olivier Assayas nel film di gangster le cui riprese sono previste per la fine dell'anno negli Stati Uniti. Spero che un giorno anche Quentin Tarantino.

Fonte & Traduzione

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