Robert Pattinson sa qualcosa sul prezzo da pagare per la fama, quindi vale la pena ascoltare quanto dice circa la preoccupazione per i bambini-star che gli capita di incontrare ad Hollywood. “Quando vedo questi ragazzi, penso che se non andranno in terapia finiranno per diventare serial killer o si uccideranno. Voglio dire, è una cosa terrificante”.
VF: David Michôd ha parlato molto dei retroscena di The Rover, il quale è ambientato “10 anni dopo il crollo.” Quanto ti ha detto del tuo personaggio?
RP: Beh, non molto. Proprio per questo ho continuato a mettere in discussione questo aspetto “Che cos’è questo crollo economico? Voglio conoscerne i dettagli “Poi mi sono reso conto che in realtà non fa alcuna differenza per quanto concerne il mio personaggio.
VF: Il personaggio di Guy Pearce si riferisce al tuo personaggio come ad un “idiota”. Stavi recitando un ruolo di una persona con una vera e propria disabilità, o semplicemente di qualcuno che non è stato ben educato?
RP: Penso ci ritroviamo nel caso di una persona che ha qualcosa di sbagliato in sé, o forse no. Ma così è stato detto per così tante volte che l’ho,come dire, accettato.
VF: Lui mi ricorda un po’ Jesse Pinkman in Breaking Bad.
RP: Sì, penso che ci sia un aspetto simile. Ma persino quando pensa di dimostrare a se stesso il suo valore in una situazione tetra, lui che non ha mai tentato di farlo, si spezza.
VF: E che ci dici dei tuoi denti marroni? Era un procedura che ripetevate ogni giorno?
RP: Sì, voglio dire, almeno inizialmente. Non avevano fluoruro nell’acqua così i denti di tutti erano un po’ disordine, ma poi ho finito con l’essere il solo con i denti davvero incasinati. Addirittura peggio di un ragazzo che non lavava mai i denti. Penso fosse una persona molto differente, e ho saputo che alcuni di loro a scuola da ragazzi avevano i denti marroni, una cosa davvero strana.
VF: Pensi che la fine (del mondo) sia vicina se non cambiamo i nostri modi di vivere?
RP: Uhm, non proprio. Probabilmente perché sono solo piuttosto ignorante e ho una bella vita. Penso che tutto sia abbastanza ciclico. Ci sono sicuramente alcune cose incredibilmente preoccupanti, e per il bene di cosa poi? Per poter giocare ai videogiochi tutto il giorno? Mi sembra piuttosto ridicolo.
VF: Potremmo avere una giusta punizione ad un certo punto. Soprattutto se ci comportiamo come fanno le persone in Maps to the Stars.
RP: Penso che finiranno per sbranarsi a vicenda. E non penso che a qualcuno interesserà. Sono troppo egocentrici.
VF: Così, quando David Cronenberg ti ha chiamato e ti ha detto: “Facciamo un altro film insieme,” ti sei emozionato?
RP: Sì, non avevo ancora letto il copione ma mi sono detto “Sì”. Ed è un altro personaggio per il quale non ho ottenuto alcuna informazione. Gli ho detto “Che tipo di persona pensi che sia?” e lui mi ha risposto “Non lo so, tu cosa ne pensi?” Poi l’abbiamo girato in due giorni, ed io ero del tipo “Grande”. Non ci siamo parlati prima tra di noi,ci presentavamo una volta in scena. E’ ridicolo.
VF: Così ti ha lasciato solo leggere il copione e cercare da solo il personaggio?
RP: In Cosmopolis, sapeva esattamente quello che voleva. Con Maps, gli è piaciuto quello che stavo facendo fin dal primo ciak.
VF: Non eri preoccupato per un possibile contraccolpo all’interno della comunità dato dal fatto che stavi in un certo senso prendendo in giro la gente di Hollywood?
RP: Non credo che stessimo facendo dell’ironia su questo aspetto. Anche se mi diverte che l’unica recensione negativa ottenuta provenga The Hollywood Reporter.
VF: Hai toccato un nervo scoperto.
RP: Sinceramente la nostra intenzione non era quella di prendere per il culo Hollywood. Il film è molto specifico (racconti di quei dati personaggi). E penso che Benjie sia probabilmente il personaggio più autentico. Ho incontrato un sacco di ragazzi come lui. La scena di lui con le bambine che si lamentano in continuazione, ne vedo un sacco. Quando vedo questi ragazzi, penso che se non andranno in terapia finiranno per diventare serial killer o si uccideranno. Voglio dire, è una cosa terrificante.
VF: Hai ottenuto un certo livello di fama molto presto. Come ha affrontato la stranezza di essere così ricco e famoso in giovane età?
RP: Ho recitato in Harry Potter quando avevo 17 anni, ma dopo niente è accaduto. Voglio dire, ho guadagnato un sacco di soldi rispetto a chiunque abbia la mia età, è stato incredibile. Ma voglio dire, poi ho fatto piccoli progetti televisivi. Ho avuto il mio primo appartamento tra i 18 e 21 anni, e fondamentalmente non sono stato protagonista di Twilight fino ai 21 anni. E’ diverso perché sei giovane ma hai avuto una vita prima. A 10 anni la storia è completamente differente.
VF: Hai incontrato Justin Bieber al party di Vanity Fair l’altra sera?
RP: Non l’ho fatto, in realtà. L’ho incontrato prima, nel suo party sul bus. [Ride.] L’ho incontrato un paio di volte. E’ tutto a posto. [Ride.]
VF: Se dovessi dirigere una satira di Hollywood, che argomento ti piacerebbe trattare?
RP: Non lo so. La gente fa un sacco di storie circa l’invecchiamento delle donne, ma hai mai letto il libro dal titolo Money di Martin Amis? Il vecchio attore, Lorne Valle dei Single, è stato un grande personaggio, non riusciva ad accettare l’idea di invecchiare pur avendo 78 anni. E’ divertente, perché questa è una caratteristica per lo più femminile. E’ così divertente pensare che tutta la tua vita possa essere incentrata sull’essere un uomo macho, ma solo nei film.
VF: Abbiamo visto che canti in The Rover e abbiamo sentito che stai lavorando su un album. Quindi possiamo aspettarci di sentire presto le tue canzoni?
RP: Non so davvero da dove sia venuta fuori una cosa simile. Ogni tanto viene fuori una cosa di questo tipo. Sto cercando di lavoraci su, ma non lo so. Sono troppo sensibile alle critiche. Ho già abbastanza critiche su un solo fronte…
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