mercoledì 28 maggio 2014

Nuova intervista di Robert per Les In Rocks + nuovo outtakes

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TRADUZIONE NOSTRA

Robert Pattinson, attore in The Rover di David Michôd.

"Sai se Leos Carax è in giro?", chiede Robert Pattinson ingenuamente. (Camicia bianca e vecchia t-shirt sdrucita color cachi) quando parliamo di Juliette Binoche e di "The Lovers On The Bridge", uno del suoi libri preferiti. Gli spieghiamo che Monsieur Merde non è un frequentatore dei party a Cannes, ma che è possibile imbattersi in lui ogni mattina, mentre mangia un cornetto e beve un caffè al 10° distretto. "Wow, stai scherzando?". Rob sembra pronto, appena lo lasceremo andare, ad affrettarsi come un treno ad alta velocità, per potersi dirigere alla Gare de Lyon (la più conosciuta stazione ferroviaria di Parigi). Un film con Carax e Pattinson? Perché no? Nulla sembra essere vietato all'attore britannico, che è diventato una star grazie alla Saga di Twilight, e che è stato assediato dai paparazzi. Oggi Robert è corteggiato dai registi più prestigiosi al mondo.

Potete constatarlo da soli: Lawrence d'Arabia per Werner Herzog (già girato), un esploratore con James Gray (da girare l'anno prossimo), un gangster di Chicago negli anni '70 con Olivier Assayas e un ruolo ancora da definire nel prossimo progetto  di Harmony Korine. E, naturalmente, quest’anno due film al Festival di Cannes: in competizione ufficiale con David Cronenberg (ma questa volta è lui a guidare la limousine) e un Midnight screening per lo splendido The Rover, dell’australiano David Michôd: "Onestamente era veramente quello che mi aspettavo. Ho lavorato come un matto per 5 anni e ho cercato di stabilire dei rapporti con i registi che ammiro". E lo svolgimento del piano di battaglia sembra davvero ineccepibile.

"Robert è un attore estremamente duttile, molto intelligente, bello e facile da dirigere", dichiara Cronenberg. Quanto a David Michôd, lo ha impressionato la sua abilità nel mostrare iniziative "arrivò al provino con un'idea precisa su chi il suo personaggio avrebbe dovuto essere. E’ stato sorprendente". Per non parlare poi della sua simpatia e delle sue sessioni di canto, di sera, nel bel mezzo del deserto, intorno al fuoco. Lui stranamente diventa timido quando gli chiediamo che tipo di musica gli piaccia suonare.

Per la fine dell’intervista ha già bevuto un’intera bottiglia d’acqua (sembra che abbia bevuto tanto la scorsa notte) e si allontana verso una nuova destinazione (Café des Arts, 80 via Belleville, Parigi 10 ° distretto).

Ma tutti zitti, noi non vi abbiamo detto nulla.


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