lunedì 19 maggio 2014

Recensione di Maps To The Stars dopo il press screening (Maggio 18, 2014)

imgboxTELEGRAPH (5 STELLE)
La mia prima reazione dopo il film è stata quella di incespicare, mentre uscivo dal cinema a bocca aperta, e come nel caso di un disturbo patologico stavo incespicando di nuovo. C’è così tanto dentro questo calderone bollente,una pellicola con tante nevrosi e orrori nidificati all’interno di altri orrori, la visione di questo fil è troppo,ma allo stesso tempo non abbastanza. Cronenberg ha realizzato un film che si desidera vedere,e poi rivedere, e poi vedere ancora.

THE GUARDIAN (4 STELLE)
Maps to the Stars è un film ad alta tensione,spaventoso e malsano nell’effetto che produce sul pubblico. Forse, alla fine, è troppo stravagante e cinico perché rappresenti in maniera veritiera la realtà di Hollywood e Los Angeles, ma è molto potente, ed è il genere di cosa che John Webster o Thomas Middleton e William Rowley avrebbero potuto scrivere se fossero nati nel 21 ° secolo : un incubo claustrofobico e disperato.

FILM 4
Maps To The Stars è un film che offre un sacco di divertimento,offre un’idea delle dinastie di Hollywood e dei processi attraverso i quali si ottiene e si cementa il successo. C’è inoltre quella sorta di “chissà chi, chi sta vedendo chi,chi odia chi” tutte connessioni invisibili, non tracciabili che legano Hollywood,rendendola un tutt’uno. La cosa divertente è che non ci sono maps to the stars,e senza l’innato senso che ti conduce nella giusta direzione sarai perduto. Hollywood è spesso tacciato come incestuoso, e questo film avvalla questa idea fino in fondo. E il termine assume dei toni molto più travagliati  ed egoistici rispetto alle generazioni precedenti.

TWICH FILM
Julianne Moore è potenza pura messa in mostra. Mia Wasikowska e Robert Pattinson sono perfetti. Ed il principiante Evan Bird è più simile ad un bullo che ad un bambino demoniaco.

TIME OUT LONDON
La storia è selvaggia,ma si trascina attraverso le difficoltà quando la satira impatta contro l’esagerazione. Il regista Cronenberg si sente a casa, in un mondo di case ed uffici senz'anima,club notturni,e veloci automobili.Lui riesce ad individuare lo spirito profondamente malato presente nel racconto ed esplora i meandri di un tale inverosimile racconto narrato con una mortale serietà,aggiungendo al tutto anche una sorta di umorismo perverso. Maps to the Stars offre alcuni momenti divertenti ma senza allontanarsi mai troppo dall’inquietante palesarsi dei geni malati,dell’ereditarietà del sangue infetto di una Hollywood altrettanto malata in un mondo in cui qualsiasi persona sana di mente saprebbe come funzionare.

LITTLE WHITE LIES
Il Maps to the Stars di David Cronemberg è un lavoro di fusione cinematografica. Come il pianto della vagina nascosta sotto l'ascella di Marylin Burns, in questo caso abbiamo un'indagine base sugli inconfessabili tabù famigliari che sono stati forzatamente integrati sul corpo di un nocivo (e non del tutto convincente) La La Land burlesque. Non ci sono battute stizzose o ironiche qui.Questa è una geremiade punk che ti costringe a ficcare la faccia nel costipato buco del culo di Hollywood.L'emozione di guardare il film deriva dal tentativo di individuare i fili attraverso i quali questi due aspetti strani convergono tra loro o come il film vorrebbe, trovando "la carne che dice si".

THE WRAP
Con il suo ingress a Cannes,Maps to the Stars di David Cronenberg,si ritorna in un territorio esplorato in "Dead Ringers", ed è probabilmente il miglior film del regista in almeno un decennio. La collaborazione con il talentuoso scrittore satirico di Hollywood, Bruce Wagner,segna il passo in grande stile di Cronenberg. Lui scava con le unghie in questa ossessiva cultura della celebrità, e quel sentore di malato cozza contra un muro senza alcun rimedio. Cusack è piuttosto raccapricciante nel ruolo di padre, Olivia Williams è tutta d’un pezzo. Non posso dire di più per non rovinarvi la visione del film. Robert Pattinson ha una piccola parte, ma si tratta di scene d’amore, naturalmente, che soddisferanno i fan. Pattinson e Cronenberg stanno sviluppando una bella collaborazione, spesso si possa vedere altro di loro due insieme.

INDIEWIRE
Il cast è ben sincronizzato mentre lavora sugli eccessi che trasudano malvagità. L’interpretazione della Moore segna il suo miglior lavoro da “Magnolia”,e la Wasikowska con il suo lugubre disprezzo a causa del peso che avverte per la competizione con una persona più matura, offre un cambiamento recitando un ruolo inquietante. Cusack,al quale di solito vanno ruoli impassibili, in questo caso deve scendere a patti con il suo personaggio sprezzante ed eccentrico.  Bird, meglio conosciuto per il suo ruolo in "The Killing", impersona al meglio il ruolo di attore bambino,mettendo in luce il privilegio di cui gode. Solo Pattinson,presente in una manciata di scene, non è sufficientemente utilizzato, ma il contesto della sua celebrità in questo progetto anti-celebrità segna un ingrediente soddisfacente nel miscuglio sovversivo di Cronenberg. "Maps to the Stars" è come una dissezione poetica di ingredienti familiari che puntato sull'elemento criminale. Ogni punto della trama, da Avana che lotta per ottenere il ruolo che interpretava la madre ad Agatha che cerca di ricostruire un episodio perverso del passato dei suoi genitori, sottolinea la sensazione di una tendenza ridondante di Hollywood avvolta in un ciclo eterno destinato a soccombere.

MOVIE CITY NEWS
Lo script di Wagner chiede agli attori di fare e dire cose perverse con una faccia seria, non avremmo avuto il film nella forma attuale senza Cronenberg alla regia che racconta la violenza e una capacità di dissezione psico-bizzarra. Ogni attore,soprattutto Julianne Moore, sorprende con il suo desiderio di seguire la corrente di dissolutezza. Mia Wasikowska è folle nel ruolo di piromane. Robert Pattinson non ha più bisogno di dimostrare la sua autenticità in quanto vero e proprio attore. Ed infine Evan Bird nel ruolo di un esilarante stronzo narcisista. Ne siamo sicuri,Maps to the Stars diretto da Cronenberg e scritto da Wagner( è un film d’autore,cazzo) emerge a Cannes 2014, ed è il miglior film che il regista ha fatto dal 2005.

VARIETY
“Maps” è senza dubbio la sceneggiatura più apertamente comica che Cronenberg abbia mai diretto, anche se non ha ancora personalizzato o modificato lo stile per poterlo adattare. Le risate comunque sono garantite, anche se alcuni dei momenti più divertenti di Wagner sono lasciati a languire, tra questi,senza dubbio,la scena incredibilmente inadeguata che vede Avana festeggiare per la tragedia occorsa all’attrice rivale che è costretta a lasciare il ruolo a cui lei ambisce. Se non altro, Cronenberg ha introdotto uno stato di incertezza in merito ai momenti in cui sia opportuno ridere, ad esempio, nel caso in cui il dottor Weiss prende a pugni nello stomaco la figlia o quando Benjie strangola la sua co-star Ron Howard, sarà l’inizio del finimondo.

STANDARD UK
Maps to the Stars come una commedia in grado di produrre vesciche, come una versione più estrema di Curb Your Enthusiasm, con un tocco di The Ring Bling gettato, ma si trasforma ben presto in un diverso tipo di film, i morti tornano sottoforma di allucinazione. La sceneggiatura di Bruce Wagner ha una svolta fantasiosa che probabilmente non va oltre il senso di fantasioso. Ma è ugualmente un divertente film ipnoticamente osceno che si spinge oltre qualsiasi cosa, prima di fermarsi a trattare Hollywood come fosse una malattia

HOLLYWOOD ELSEWHERE
Maps taglia realmente fino all'osso rancido di Hollywood,e lo fa con un folle-colpo di pennello. Io penso... no, lo so che è il lavoro migliore di Cronenberg da molto tempo. Julianne Moore interpreta benissimo il ruolo dell’attrice disperata che fa di tutto per rimanere in gioco, ma tutti gli altri sono ugualmente fantastici ,John Cusack, Mia Wasikowska, Olivia Williams, Robert Pattinson, Sarah Gadon e Bird. Tutti coinvolti in ciò che sta succedendo loro, e il tutto risulta perfetto e completo.

Fonte e traduzione

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